Scorci di Ittiri

Il Convento di San Francesco, sito in Via Sassari, con impianto originario costruito tra il 1610 e il 1707, oltre alla bellezza di tipo architettonico, ospita, nella parte già restaurata, uno dei patrimoni librari storici più importanti della Sardegna. Infatti, nelle sue sale sono custoditi oltre 60.000 volumi di testi, tra cui un’importantissima serie di cinquecentine, seicentine, settecentine e un incunabolo (il Confutatorium errorum contra claves ecclesie nuper editorum di Petrus de Ximenes de Prexano datato 1478 nell’explicit, rilegato all’interno di una Cinquecentina). Caratteristico il chiostro esterno.

Il Palazzo Baronale Sussarellu è stato edificato nel 1700, dal nome della Famiglia Nobiliare che risiedeva a Ittiri.
La facciata è vincolata dalla Sopraintendenza alle Belle Arti visto il suo prestigio e l’importanza architettonica che ha. Particolari le sculture raffiguranti animali presenti sulla sommità del palazzo. Il seminterrato è costituito da due ampi vani finestrati,  il piano terra e il primo piano sono composti da diversi ambienti che conservano ancora la pavimentazione originale dell’epoca e le volte affrescate. La scala interna presenta gradini in ardesia e corrimano in ghisa.

Il palazzo, sito in Corso Vittorio Emanuele, è un edificio storico di fine 800, di vaga influenza neoclassica. La parte inferiore della facciata è realizzata in blocchi di trachite rosa con il portale d’ingresso principale e le finestre contornati da cornici di calcare tufaceo. La parte superiore è caratterizzata da un’alternanza di linee orizzontali nelle quali sono impiegati blocchi di calcare a altre con blocchi in trachite grigio-nera. Caratteristico il terrazzino in marmo e la ringhiera realizzata nei primi anni del 900 dalla famiglia Mele. E’ stato per anni sede di scuola elementare, prossimamente ospiterà Il Museo del Coros e diventerà sede Comunale.

I Papassini, tradizionalmente consumati durante la ricorrenza di Ognissanti, oggigiorno sono ormai prodotti e mangiati tutto l’anno.  Il loro nome deriva da “papassa”, ossia uva sultanina. Ogni paese dell’Isola prepara il dolce in diversi modi e gli ingredienti variano a seconda della regione storica ma sempre con la quasi costante presenza dell’uva passa. La ricetta dei Papassini e il procedimento di produzione variano in base al comune di provenienza. Quelli di Ittiri sono morbidi e croccanti, creati con ingredienti semplici ma genuini, secondo metodo tradizionale tramandato di generazione in generazione.

Famose e partecipate erano e sono le sfilate durante manifestazioni civili o religiose con il costume femminile di Ittiri, “Estire Ruju”, uno dei più apprezzati in Sardegna. Il nome deriva dal colore della gonna, realizzata di fine scarlatto, fittamente pieghettata, ad eccezione del pannello anteriore, staccabile, e generalmente ha una balza formata da velluto di seta scuro ( terziopelo), operato o liscio, inquadrato da galloni dorati, oppure di seta bianca riccamente ricamata a fiorami multicolori. 

La fontana De S’Abbadorzu è situata nel centro storico di Ittiri, in via Monserrato. Recentemente restaurata, è caratterizzata da tre fonti che scaturiscono da altrettanti elementi marmorei bianchi rappresentanti dei pesci. È stata edificata con l’utilizzo di diversi materiali, come la trachite, che la rendono particolarmente suggestiva.

Il centro storico di Ittiri è caratterizzato dalla presenza di numerose  abitazioni con facciate in stile “Liberty”, adornate dalla pietra locale, la trachite. Tanti sono i terrazzini rifiniti con ringhiere in ferro battuto. E’ facile imbattersi nelle sedute in pietra che venivano poste davanti alle case, “I Sezzidozzi”.